Investimenti sulla cultura in Sardegna: cosa è stato fatto e perchè è importante

Una panoramica degli investimenti sulla cultura fatti in Sardegna e delle brevi considerazioni in merito.
Redazione Economind6 anni ago626010 min

In questo articolo si spiegherà come la Sardegna negli ultimi tempi stia investendo nel rilancio del settore turistico-culturale e del perché questo possa avere risvolti importanti in termini economici per la valorizzazione del territorio.

A fronte del trend in continua crescita della fruizione di beni culturali, la Regione Sardegna ha intrapreso una serie di progetti volti a promuovere la cultura e l’istruzione attraverso un’offerta diversificata di servizi e attività, a disposizione del cittadino.

Tanti libri per rappresentare l'istruzione in Sardegna.Per quanto concerne gli investimenti posti in essere per il settore dell’istruzione, sono stati stanziati circa 140 milioni di euro, ripartiti fra più progetti, a cominciare dalla lotta alla dispersione scolastica e arrivando al miglioramento delle competenze base e trasversali degli studenti.

Sono state incrementate le borse di studio nelle scuole e quelle regionali ERSU nelle università; sono stati stanziati 800 mila euro per la fornitura di libri di testo, cui si aggiungono 12 milioni per il ‘Bonus studenti’.

Accanto a queste misure è importante annoverare altresì i fondi destinati all’Orientamento universitario; per la formazione dei docenti nelle scuole; per il programma di studio all’estero ‘Erasmus’ e per il ‘fitto casa’ studenti.

Un cospicuo ammontare di questi fondi è stato utilizzato per il programma ‘Tutti a Iscol@’, finalizzato alla creazione di laboratori didattici tecnologici e innovativi nelle scuole del nostro territorio.

Le risorse stanziate invece per la promozione della cultura sull’isola sono state altrettanto cospicue, attorno ai 74 milioni di euro.Un gigante di Mont'e Prama

Tale ammontare è stato investito nel seguente modo: circa 18 milioni euro sono stati stanziati per la gestione dei musei e delle aree archeologiche (fra cui il complesso scultoreo di Mont’e Prama); poco meno di 1 milione per le ‘emergenze archeologiche’ e il loro risanamento; circa 800 milioni agli Enti locali per la valorizzazione del patrimonio culturale; poco meno di 8 milioni per la gestione delle biblioteche e degli archivi storici.

Vi è stata poi la volontà concreta di supportare le aziende operanti nel settore culturale (finanziamenti POR 2014/2020) per una cifra pari a 12,2 milioni.

Altri 20 milioni di euro sono stati stanziati al settore del cinema, dell’intrattenimento musicale e teatrale; poco più di 4 milioni al settore editoriale e alle manifestazioni per la promozione del libro; circa 4,7 milioni di euro alle scuole civiche di musica, ai Centri culturali e ai festival letterari; alle Fondazioni culturali circa 6 milioni.

Il ‘Cineporto’

Per fare un esempio di buon finanziamento alla cultura e allo sviluppo vogliamo citare il Cineporto.

Si tratta di un progetto innovativo nato nel Dicembre 2017 con diversi obiettivi legati in particolare alla formazione di professionisti del mondo del Cinema e passando per la stessa produzione di opere audiovisive.

Ma anche eventi, conferenze, promozione e altre iniziative culturali di rilievo.

Il primo Cineporto è stato inaugurato a Carbonia, con l’intento di sviluppare un nuovo polo cinematografico nel territorio sardo ed un modello di economia sostenibile e produttivo, come ribadito da Luca Pizzuto, consigliere regionale con Art. 1 – Sdp e attualmente candidato nella lista “Liberi e Uguali Sardigna – Zedda Presidente”.

Si tratta di un progetto che acquista ancor più rilevanza se si tiene conto del fatto che è stato sviluppato in una zona, quella del Sulcis, già tristemente flagellata dalla crisi economica.

Paolo Serra , Direttore della fabbrica del cinema a Carbonia, ha descritto il ‘Cineporto’ come un’ evoluzione di quelli che una volta erano i servizi offerti dai centri culturali.

Un ciak cinematografico per rappresentare il Cineporto del Sud Sardegna.Un’opportunità, a detta di Nevina Satta (direttrice della Fondazione Sardegna Film Commission), per promuovere la cultura cinematografica sarda oltre i confini regionali e nazionali.

Questa iniziativa ha del potenziale nel dare nuovo slancio a un settore, quello cinematografico, che innegabilmente ‘ha un riverbero importante sotto il profilo economico’, come ribadito dall’assessore regionale alla cultura Giuseppe Dessena e che negli ultimi tempi è stato potenziato di volta in volta dai successi e dalle onorificenze ottenute dei registi sardi.

Un’idea di sviluppo innovativa e moderna per la Sardegna, e ancor di più per il Sulcis, come sottolineato dal Presidente della Regione Pigliaru, da intendersi come un punto di ripartenza per un territorio che porta ancora profonde cicatrici e che potrebbe beneficiare da questo nuovo modello di sviluppo, basato sul turismo artistico e culturale.

«La nostra Regione – a detta di Pigliaru – sta lavorando benissimo nelle produzioni cinematografiche importanti, anche grazie al lavoro della Sardegna Film Commission, si propone come scenario ideale e naturale di locations di altissimo livello e lo fa dal Sulcis, un territorio dove certamente c’è da difendere una industria come Alcoa ma da dove si può e si deve lanciare uno sguardo nuovo verso il mondo.»

Questa iniziativa si configura dunque come una alternativa valida e produttiva di riconversione economica per sfruttare il patrimonio artistico e paesaggistico sardo e per rilanciare l’economia locale, i cui benefici ci si aspetta ricadano direttamente sulla popolazione locale.

La cultura diviene dunque punto cardine nelle scelte di rilancio dell’economia e di pianificazione strategica in un’ottica di medio e lungo corso.

Se si tengono poi in considerazione le politiche pubbliche intraprese negli ultimi anni volte ad accumulare capitale umano (ad esempio garantendo il diritto allo studio universitario, riducendo la dispersione economica, riducendo i costi legati allo studio come nel caso della ‘no tax area’, etc), ben si coglie la direzione cui si sta volgendo.

La fruizione culturale può diventare causa ed effetto di sviluppo, innovazione e crescita.

Redazione Economind

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *