Borse di Studio Universitarie: aumentarle per investire sul futuro

Ecco quali sono state le Modifiche alle Borse di Studio Universitarie, perché sono importanti e qual è la strada giusta per il futuro.
Redazione Economind6 anni ago388611 min

In questo articolo capiremo perché sia così cruciale investire in formazione e istruzione universitaria e per quale ragione le ‘borse di studio’ a disposizione degli studenti siano una ‘manna dal cielo’ per garantire il diritto alla formazione universitaria.

Importanti novità sul fronte del welfare studentesco: a seguito di una mobilitazione studentesca caparbia e determinata e grazie all’impegno di alcune parti politiche, la Giunta regionale ha infatti approvato lo scorso Giugno una delibera che garantirà ad un bacino più vasto di studenti universitari il diritto allo studio e contestualmente aumenterà l’importo delle borse di studio universitarie.

Tale intervento rappresenta un’inversione di tendenza, riportando l’università e l’istruzione al centro delle politiche pubbliche regionali, come sottolineato da Giovanni Sotgiu, coordinatore dell’UDU Sassari.

Tale intervento ha previsto:

  • Incremento dell’importo della borsa di studio ERSU (Enti Strumentali per il diritto allo Studio Universitario), che si assesta così ai minimi previsti dalla normativa nazionale e che corrisponde a 5,174.66 euro per i fuori sede; 2,852.71 euro per i pendolari e 1,950.44 euro per gli studenti in sede. È poi prevista la corresponsione di un ulteriore importo monetario, nella misura di 562.42 euro per i fuori sede con servizio alloggio e mensa; 1277.66 euro per i fuori sede non dotati di servizio alloggio; 658.71 euro per i pendolari con servizio mensa e 491.44 euro per gli studenti in sede.
  • Modifica dei requisiti economici e patrimoniali per accedere alla borsa (in linea con i massimi previsti a livello nazionale). Tale modifica ha comportato una estensione della soglia ISEE da 20,000 euro a 23,000 euro e fino a 50,000 euro di ISPE e un contestuale aumento del numero di borse ERSU fruibili dagli studenti .

Le risorse per implementare tale manovra, circa 40 milioni di euro, sono state attinte dagli introiti derivanti dalle tasse regionali universitarie, dai fondi POR 2014-2020 (Risorse ERSU), da stanziamenti FIS e regionali.

La Sardegna è stata la Regione, seconda solo alla Sicilia, a ricevere il contributo del MIUR più sostanzioso.

I poli universitari di Sassari e quello di Cagliari sono stati quelli che hanno incrementato maggiormente, in termini percentuali, il bacino di beneficiari delle borse.

Risultato importante, se si tiene in considerazione che la Sardegna era una fra le Regioni (Campania, Calabria, Sicilia, Molise e Liguria) a detenere il maggior numero di idonei non beneficiari, ossia coloro che pur avendo tutti i requisiti per il sussidio, ne rimanevano comunque estromessi per mancanza di risorse.

La scelta della Regione di stanziare un contingente ammontare di fondi per le borse di studio è certamente in linea con una visione che vede nell’istruzione universitaria di questi giovani una forma di investimento di medio-lungo periodo.

L’università ha infatti il compito di ‘sfornare’ giovani leve, investendo nelle loro potenzialità, esaltandone e sviluppandone le competenze e il senso critico, fornendo loro gli strumenti per diventare i professionisti del domani.

In altri termini, l’istruzione si configura come un investimento in capitale umano, preziosissimo oggi come non mai, viste le mutate condizioni del mercato del lavoro.

Un’economia che investe in istruzione è un’economia sana, proiettata nel futuro alla velocità della luce, che innova e che cresce.

Una ragazza in biblioteca.
Garantire il diritto allo studio universitario come strategia di crescita economica e di mobilità sociale.

Garantire il diritto allo studio attraverso simili interventi può avere dei risvolti ancora più nobili: l’istruzione può infatti configurarsi come ‘ascensore sociale’, arginando o limitando disuguaglianze reddituali e differenze socio-economiche esistenti fra studenti, considerato il diverso background familiare.

In linea di principio, si garantisce dunque a ognuno di loro la cosiddetta ‘equality of opportunity’ (eguaglianza in termini di opportunità): favorire l’accesso all’istruzione universitaria per alcuni studenti che non dispongono dell’adeguata copertura finanziaria, può rappresentare un valido strumento di ascesa sociale ed economica.

 

Si evita infatti che gli studenti appartenenti a classi meno abbienti siano destinati a rimanervi ‘fino a data da destinarsi’, alla stregua dell’odiatissimo sistema delle caste chiuse, altrimenti nota in gergo tecnico come ‘trasmissione intergenerazionale della disuguaglianza’.

In altri termini, ciò sta a indicare come il reddito dei figli sia associato e dipenda da specifiche caratteristiche socio-economiche dei propri genitori (es. stato occupazionale, livello di istruzione, reddito da lavoro percepito).

Un portafogli vuoto.
Lo studio universitario come ‘ascensore sociale’ per gli studenti provenienti da nuclei familiari meno abbienti.

Le borse di studio possono garantire maggiore mobilità sociale, azzerando le differenze reddituali ex-ante tra studenti e dando loro eguali opportunità di accesso al sistema universitario.

Questo fatto non dovrebbe essere sottovalutato, considerato che a livello nazionale l’Italia viene annoverata dall’OCSE tra i Paesi con maggiore persistenza intergenerazionale (al pari di USA, Regno Unito, Francia, tutti tristemente noti non a caso per gli elevati livelli di disuguaglianza reddituale).

«L’istruzione è stata e continuerà a essere la nostra guida e per governare i cambiamenti socio-economici che attraversiamo. Ribadiamo che è questo il nostro strumento primario per costruire il futuro dei nostri ragazzi e quindi di tutti noi. Vogliamo che l’accesso alle Università sia d’ora in poi sempre più facile».

Queste le parole di Pigliaru, cui si rifanno quelle del Rettore Maria Del Zompo:

«I risultati si vedranno nel tempo: studiare è un sacrificio, e le borse di studio lo rendono un po’ meno gravoso. L’Ateneo sta facendo di tutto per migliorare i propri livelli qualitativi della ricerca, della didattica e dei servizi”. [..] Sappiamo che iscrivere i figli all’università è per le famiglie un costo pesante, ma l’aumento delle borse di studio aprirà le porte a molti più studenti».

La situazione è ancora certamente migliorabile, considerando che gli importi delle borse di studio permangono ancora ai livelli minimi.

Questo primo intervento è però da intendersi come un punto di partenza, piuttosto che di arrivo, cui presumibilmente seguirà un nuovo dispiegamento di risorse, il che farà ben sperare molti studenti che nello studio vedono la loro unica possibilità di riscatto sociale ed economico.

Redazione Economind

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