Cos’è lo spread?

Redazione Economind5 anni ago10204 min

Da un bel po’ di tempo ormai non si fa che parlare di spread. Lo si legge nelle testate dei giornali e lo si sente nei notiziari di tutti i giorni.

Scatena il panico dei media e degli operatori finanziari e desta la preoccupazione dei politici. Ma che cosa è lo spread?

Il termine spread

Spread è una parola inglese, entrata negli ultimi anni nel vocabolario tecnico italiano. Letteralmente sta ad indicare un divario. Nel campo politico e finanziario il divario che si intende è quello tra i rendimenti di due titoli (azioni, obbligazioni o titoli di stato). Nel caso specifico il divario è tra i BTP italiani (titoli di stato a 10 anni) e gli equivalenti Bund tedeschi. Viene presa la Germania come termine di paragone vista la solidità e la forza della sua economia.

Lo spread indica quanto sia rischioso “prestare” i soldi allo stato attraverso i BTP, considerando il modello tedesco particolarmente affidabile vista la solidità della sua economia. Lo spread è quindi un indicatore sullo stato di salute del paese.

Perché è un problema se lo Spread si alza?

L’aumento dello spread va di pari passo con la crisi economica italiana. Ma perché è un problema se lo spread si alza? I movimenti dello spread dipendono dall’acquisto e la vendita di obbligazioni. Se molti investitori vendono le azioni di un paese, in questo caso l’Italia, il suo prezzo diminuisce, innalzando lo spread.

Diversamente, se gli investitori hanno fiducia nel paese e nelle azioni, non vengono vendute, dunque lo spread rimarrà stabile o diminuirà.

L’aumento dello spread ha, inoltre, conseguenze sul bilancio del paese.

Emettere obbligazioni costerà di più e se lo spread è eccezionalmente alto il governo si ritroverà a non poterle quasi più emettere per finanziare gli acquisti.

Questo perché molto probabilmente non ci sarà nessuno a comperarle, dato che il prezzo delle obbligazioni esistenti sarà incredibilmente svalutato. (comprereste la spazzatura? il senso è quello).

Queste le basi semplificate per capire i meccanismi di questo concetto tanto discusso nella nostra attualità.

Se avete dubbi scriveteli sulla nostra pagina Facebook, oppure non perdete i futuri approfondimenti su Economind.it!

Redazione Economind

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *